Scialpinismo nelle Orobie

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Itinerario 13  -  CIMA DI PIAZZO (Quota 2057m)

Località partenza: Quindicina, m 1375  circa
Dislivello: 750 m circa
Tempo di percorrenza:  6  ore
Esposizione: sud, varie
Periodo: Dicembre - Febbraio

L'itinerario proposto è particolarmente interessante, più che per la parte sciistica, per la varietà dell'ambiente attraversato e per i bellissimi panorami. Nonostante il dislivello modesto, il notevole sviluppo lo rende abbastanza lungo e faticoso. La zona è quella dell'alta Valle Taleggio e dei piani di Artavaggio, già descritta in parte nell'itinerario numero 3 relativo al Monte Aralalta. I piani di Artavaggio sono raggiungibili con impianti sciistici dal paese di Moggio, in Valsassina.

Foto 1 (gennaio 2000) - Salendo verso il Rifugio Gherardi da Quindicina si incontrato alcune stalle con il caratteristico tetto in pietra.

La prima parte dell'itinerario, sino in prossimità della Bocchetta del Regadur, è uguale a quella descritta per l'itinerario n.3 (Monte Aralalta), al quale pertanto rimando per una descrizione dettagliata.

Oltrepassati i Rifugi Gherardi e Battisti, e giunti alla sommità del caratteristico pendio ricoperto di pini mughi, anziché piegare a destra e  raggiungere la Bocchetta (m 1853), piegare a sinistra, in direzione del Monte Sodadura (Ovest). Dopo aver percorso qualche centinaio di metri in leggera discesa, si giunge così al passo di Sodadura (1867 m). La prima parte della discesa si svolge su un ampio crinale, la cui percorrenza è di solito abbastanza  agevole. E' possibile anche evitare questo tratto scendendo sino alla Bocchetta e successivamente aggirare la cima tagliando il versante nord della stessa, facendo ovviamente molta attenzione alle condizioni della neve.

Dal Passo di Sodadura è ben visibile il tratto finale della salita. Continuare prima in direzione ovest, attraversando con attenzione il versante nord del Monte Sodadura. Giunti in prossimità del Rifugio Cazzaniga (m 1889), piegare a nord verso la Cima di Piazzo. Superato un canale iniziale abbastanza ripido raggiungere la vetta con evidente e facile itinerario.

Foto 2 (gennaio 2000) - salendo verso il Rifugio Gherardi

La discesa può essere effettuata lungo lo stesso itinerario di salita. Tuttavia, neve permettendo, è consigliabile, giunti al passo di Sodadura, raggiungere il Rifugio Battisti e successivamente il vicino Rifugio Gherardi, seguendo grosso modo il percorso del sentiero estivo che scende a sud est del Passo.

Dal Passo scendere pertanto in tale direzione, mantenendosi un po' a sinistra. Il prima tratto della discesa non presenta alcuna difficoltà. Il tratto finale, quando ormai si è giunti in vista del Rifugio Battisti, richiede l'attraversamento di un paio di vallette. In questa zona, in caso di mancanza di tracce, si potrebbe avere qualche problema di orientamento. Per raggiungere il Rifugio Battisti è infine necessario rimettere le pelli per riguadagnare qualche decina di metri di quota.

Foto 3 (gennaio 2001) - Il tratto finale della salita alla Cima di Piazzo visto dal Passo di Sodadura.

Questa variante di discesa può ovviamente essere utilizzata anche per la salita. L'itinerario si accorcia leggermente e forse diventa un po' meno appagante dal punto di vista paesaggistico.

Volendo allungare la gita è possibile, dal Passo di Sodadura, raggiungere la cima del monte Sodadura (m 2010). I 150 metri di dislivello si sviluppano lungo un pendio molto ripido e non sempre può essere consigliabile raggiungere la cima con gli sci. La discesa dalla vetta, in caso di neve ghiacciata, potrebbe anche non risultare del tutto agevole.

Foto 4 (luglio 2001) - Un'immagine estiva del tratto che dal passo di Sodadura scende verso il Rifugio Gherardi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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